Pubblicità

Articolo

Call of Duty: Ghosts, il gameplay si ripete

Daniel Barranger

Daniel Barranger

  • Aggiornato:

Dopo Battlefield 4, Saint’s Row 4 e Titanfall, all’E3 siamo riusciti a mettere le mani su un altro attesissimo gioco: Call of Duty: Ghosts. Il nostro collega statunitense Chris Park ha provato il FPS e si è fatto una chiara opinione del nuovo titolo.

L’ultimo capitolo di CoD si presenta con un’ambientazione e un’epoca diverse rispetto ai giochi precedenti, inaugurando una nuova serie dentro la stessa saga.

Call of Duty: Ghosts, il gameplay si ripete

Un attacco agli Stati Uniti produce il crollo della nazione come potenza dominante a livello mondiale. Dieci anni dopo inizia Call of Duty: Ghosts, dove due fratelli e il loro cane d’attacco si mettono alla ricerca dei soldati d’elite Ghosts per unirsi alla loro squadra.

In questo capitolo è centrale il cane Riley, un personaggio a quattro zampe basto sui Navy Seals degli USA. Nel gioco, il cane ha tre strumenti: una videocamera per permetterti di osservare i sopralluoghi di Riley, un auricolare con il quale può sentire i tuoi comandi e un collare che vibra per impartire i movimenti.

La demo a cui abbiamo potuto giocare era suddivisa in tre livelli che mostrava diverse aree in cui si svolgerà il gioco.

No Man’s Land (Terra di nessuno)

Nella prima missione i due fratelli fare ritorno verso una distrutta San Diego, la loro città natale. Qui comandavamo Riley nell’esplorazione delle abitazioni distrutte per scovare nemici ed eliminarli.

Si può ordinare al segugio di attaccare il nemico, ma nel complesso non siamo rimasti impressionati da Riley, tanto dal punto di vista delle animazioni quanto dal quello dei movimenti.

L’aspetto dove è stata messa più enfasi era l’atmosfera del gioco. Con una città distrutta a fare da sfondo, ci sarebbe piaciuto esplorare le rovine, ma il fatto che non sia un open world ce lo ha impedito.

Complessivamente, la missione No Man’s Land era piuttosto corta e i combattimenti erano pochi, e non abbiamo visto nulla di veramente innovativo.

Federation Day (il giorno della federazione)

La seconda missione si è svolta in Venezuela, dove una squadra di tre Ghosts è stata mandata in una missione omicida. Dopo esserti spostato da un edificio all’altro con una zipline, ti cali in uno di questi.

Una volta dentro, inizi a far fuori nemici attraverso il vetro. L’intera sequenza segue una sceneggiatura molto rigida, e i dialoghi sono costanti, al punto da risultare irritanti.

Dopo essere arrivato al centro di comando ed aver disattivato l’elettricità, ti nascondi prima che passi una pattuglia. Stranamente, invece che parlare uno spagnolo-venezuelano, i soldati parlano con accento messicano… una svista di Infinity Ward?

Alla fine della seconda missione l’edificio si distrugge, ma l’interazione è piuttosto limitata e anche qui il gameplay ci è sembrato fin troppo lineare.

Into the Deep (nel profondo)

Il terzo livello della demo ha provato a sorprenderci con un’ambientazione sottomarina dove i due fratelli devono esplorare dei resti di un’imbarcazione affondata nel Mar dei Caraibi.

Protetti da una muta e armati di un APS (una fucile automatico subacqueo) ci siamo mossi per i fondali sottomarini in quella che sembrava una demo di un motore grafico ma che ha nuovamente deluso per libertà di movimento.

Anche qui il combattimento occupava poco tempo del quadro, e per la maggior parte eravamo impegnati a nasconderci dai nemici tra i resti delle navi. Verso la fine della demo abbiamo sparato un torpedo distruggendo la barriera corallina per poi essere salvati mentre stavamo per essere sepolti dai dei resti.

Niente di nuovo

Call of Duty: Ghost si svincola dalle sotto-serie di CoD cambiando ambientazione e poco più, mentre il gameplay rimane sostanzialmente invariato.

Le missioni erano interessanti ma la narrazione costante di uno dei due fratelli è superflua e irritante, col risultato che non ci identifichiamo mai con i personaggi del gioco, perlomeno non tanto quanto succedeva con Captain Price e Soap di Modern Warfare.

Infinity Ward aveva presentato il motore grafico come se fosse stato sviluppato per le console di nuova generazione ma è sembrato più un aggiornamento di quelli precedenti che una vera novità. Gli effetti luce ci hanno particolarmente colpito, anche se sono presenti solo in determinate occasioni.

Dal punto di vista del gameplay, dicevamo, abbiamo notato poche novità ma, trattandosi di un gioco che dà il suo meglio nelle partite multiplayer, occorre vedere come riusciranno a sviluppare questa modalità.

Tutte le notizie sull’E3 2013

Daniel Barranger

Daniel Barranger

Le ultime novità da Daniel Barranger

Linee guida editoriali