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Perché ho piratato Spotify. Parla il creatore di Downloadify: l’ho fatto per la musica

Laura Ceridono

Laura Ceridono

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Sono un fan di Spotify. Tutti dovrebbero averlo. L’ho piratato per far capire l’importanza della sicurezza.

logo spotify orizzontale

Lo sviluppatore di Downloadify, l’estensione che permetteva il download illegale da Spotify, ha raccontato su Twitter perché ha creato lo strumento per piratare Spotify. “Volevo segnalare che Spotify non stava applicando le giuste misure di sicurezza e che in questo modo non proteggeva gli artisti e le etichette musicali“.

Nel frattempo l’azienda svedese ha risposto alle nostre domande: Spotify ha fatto diminuire la pirateria nel mondo.

Ma intanto, Spotify ha già risolto il suo problema di sicurezza e lo sviluppatore di Downloadify ha appena dichiarato su Twitter che vuole solo che la gente paghi per la musica.

Il bene trionfa? Vediamo tutti i dettagli.

È stata la notizia del giorno: un plugin pirata permetteva di scaricare illegalmente le canzoni di Spotify.

Downloadify, questo il nome del plugin, è stato prontamente rimosso dal Google Web Store, dove era stato pubblicato nella giornata di ieri. Ma la storia del cavallo di Troia che è riuscito a penetrare nella fortezza dello streaming di musica online ha fatto il giro del mondo.

L’uomo dietro l’hack di Spotify è uno sviluppatore olandese, Robin Aldenhoven, che ha parlato estensivamente di Downloadify nel suo account Twitter. Aldenhoven sostiene di avere creato il plugin per evidenziare che Spotify non stava facendo abbastanza per tutelare i diritti dei brani disponibili nel Premium web player.  “Spotify deve proteggere i suoi contenuti”. Un hacker che ama la musica, insomma. E che è fan di Spotify, visto che dichiara che tutti dovrebbero usarlo.

Negli ultimi tweet di Aldenhoven, pubblicati oggi, l’hacker che ama la musica riferisce che Spotify ha riparato la falla di sicurezza e che quindi il suo plugin non funziona più. Aggiunge anche che non vuole danneggiare Spotify. “Pagate per la musica”.

Spotify, dal canto suo, ha saputo reagire rapidamente alla falla di sicurezza.

Nel corso della mattinata abbiamo contattato Spotify per un commento sulla vicenda. Abbiamo chiesto cosa diranno alle etichette musicali e agli artisti che, dopo l’episodio Downloadify, avanzeranno preoccupazioni circa futuri episodi di pirateria in Spotify.

Ecco la risposta:

Spotify è nata come una alternativa legale, e più semplice, alla pirateria. Con Spotify ogni riproduzione musicale produce un guadagno per gli artisti e i detentori di diritti. Senza di loro non c’è musica. Dalla nascita di Spotify abbiamo generato più di 500 milioni di  dollari di entrate per i proprietari dei diritti. In 3 anni dal lancio di Spotify in Svezia (sede originaria della compagnia) la pirateria è diminuita del 25% ed è un trend che si sta replicando anche negli altri mercati dove è presente Spotify.

Il bene trionfa, insomma. L’hacker che ama la musica e Spotify che aiuta a ridurre la pirateria.

Perfetto, ma cosa risponde Spotify alle azioni di Aldenhoven? Lo sviluppatore sostiene di aver piratato il programma per segnalare che Spotify non stava proteggendo la musica. È un movente ben peggiore che dire “hey, volevo solo una manciata di MP3 gratis”.

Spotify, come proteggerai in futuro la musica?

Stiamo contattando nuovamente Spotify per una risposta più specifica sul caso Downloadify e le sue implicazioni future. Vi terremo informati in caso di reazioni.

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Laura Ceridono

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