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UnGoogleMe e il Medio evo informatico (Pesce d’Aprile!)

Pier Francesco Piccolomini

Pier Francesco Piccolomini

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UnGoogleMeCi risiamo. Gli sgangherati ribelli delle forze del (presunto) bene ripartono all’attacco dell’impero del (presunto) male. E il mostro da far fuori, tanto per cambiare, è Google, il cui nome in odore di onomatopea, alle orecchie di qualcuno, sembra riportare alla mente il grido cupo e sordo di un mostro archetipico, dal profilo incerto ma pieno di occhi, di braccia, di artigli. E ovviamente dalla fauci fameliche.

Il paladino dei giusti di turno questa volta si è inventato UnGoogleMe, un plugin per Internet Explorer, Firefox, Chrome e Safari con cui puoi eliminare tutto ciò che ti riguarda dai risultati di Google: informazioni, foto, profilo Facebook. Tutto. Il programma è diventato subito un caso di cui parlare, naturalmente.

Il velenosissimo plugin, una volta installato, introduce alcuni elementi mai visti prima nelle pagine dei risultati del celebre motore di ricerca. Il primo è una crocetta rossa, che appare accanto ad ogni singolo risultato trovato digitando il tuo nome. Cliccandoci, la relativa pagina viene cancellata dai server di Google permanentemente.

UnGoogleMe

La seconda novità è il grosso pulsante rosso Delete all, con cui puoi cancellare in un colpo solo qualunque riferimento a te dai server di Google. Spuntando anche la casella Never ever index my name again, naturalmente, si ottiene un risultato anche per il futuro: a meno di cambiamenti sostanziali dell’algoritmo del motore di ricerca di Mountain View, il tuo nome non verrà mai più indicizzato in alcun modo. Per sempre.

Chi ha creato questo strumento, però, dimentica di dire che Google è anche il mezzo con cui la gente impara cose nuove, scopre notizie, trova lavoro. E soprattutto: conosce persone e crea network.

UnGoogleMe, invece, che cosa fa? Fa scomparire gli esseri umani nel nulla. Peggio: nell’oblio. E così le stesse persone che criticano i leviatani che manipolano, governano e censurano l’informazione divengono censori a loro volta, cancellando se stessi dal sistema dell’informazione globale. E sono censori privi di coscienza e controllo. E che, senza alcun senso di responsabilità ma per noia o per mal digerite ideologie (sic!), cancellano, sopprimono, distruggono.

Internet ha dei difetti e delle storture, siamo d’accordo. Ma è prima di tutto un luogo di libertà. Coloro che, con animo guerrigliero ma con il cervello in preoccupante stand-by, la depauperano  a colpi di UnGoogleMe, non sono rivoluzionari. Sono persone piccole e miopi. Ed è una miopia, la loro, contro la quale non ci sono occhiali. Purtroppo.

Pier Francesco Piccolomini

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