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Todi Appy Days, giorno 3: informare (e non solo) in 140 caratteri

Todi Appy Days, giorno 3: informare (e non solo) in 140 caratteri
Marina Cappannini

Marina Cappannini

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Giunta al terzo e penultimo giorno la kermesse dedicata alle app, il Todi Appy Days edizione 2014. Oggi si parla di social network, e non solo.

Todi si risveglia con lentezza, in un magnifico sabato mattina. A differenza delle altre due giornate oggi, camminando per le storiche vie della cittadina medievale arroccata sulle colline umbre, si percepisce che il pubblico del Todi Appy Days sarà diverso. Molte di più le persone locali incuriosite dalla fiera, e numerosi anche i turisti provenienti da tutta Italia.

I panel della giornata sembrano, inconsapevolmente, seguire un filone comune. Quello dei social network. Ad aprire la penultima giornata dell’evento sono i giornalisti: Roberto Tallei di Rai Tg 24, Paolo Poggio, di Rai News 24, Beatrice Bortolin, giornalista del Tg5 e Ivano Porfiri, direttore di Umbria24.it.

Si parte con una dichiarazione forte ma molto sincera di Roberto Tallei: l’avvento del digitale sta mettendo in crisi l’informazione tradizionale. In questo nuovo contesto il giornalista non può più essere solo colui che scova la notizia. Anzi. Ora bisogna approfondire le informazioni e le fonti, e affrontare le storie in modo più complesso.

Ed è Beatrice Bortolin a voler affrontare proprio il tema dei social network. È importante, sia per i giornalisti che per i lettori, non credere a tutto ciò che si legge in rete. Twitter e Facebook sono dei luoghi virtuali dove le notizie, vere o presunte, si propagano con molta velocità. Per questo sia per gli addetti ai lavori che per i “comuni mortali” è fondamentale verificare la veridicità delle affermazioni.

Entrando nel vivo del discorso delle app del TG sono tutti d’accordo nel dire che queste possano migliorare l’esperienza dello spettatore nei confronti del Tg, ma le applicazioni devono essere strutturate con intelligenza, devono essere leggere ed è importante che i contenuti si trovino con facilità.

Ma i social network, com’è facile immaginare, non servono esclusivamente a informare. E il seminario nel tardo pomeriggio interamente dedicato a Twitter e dintorni ne è la dimostrazione.

Intervengono dei veri guru del settore. Da Claudio Gagliardini a Davide Licordari, passando per Ruby Bandiera e Paolo Costa. E qui il messaggio è unanime. Twitter non è più quello che era una volta. Inizialmente si twittava in modo incosciente. Poi si è iniziato a fare amicizia su Twitter, un’amicizia basata sui contenuti. Ora Twitter sta diventando troppo mainstream, attraendo più o meno chiunque e generando troppo rumore di fondo nelle conversazioni “che contano”.

Ma chi sono i veri influencers di Twitter? E come si arriva ad essere un utente Twitter popolare? Sembra che la ricetta del successo preveda tanta (auto)ironia. Far ridere in 140 caratteri è la cosa più bella e difficile che ci sia, e solo chi ne è capace riuscirà a farsi notare nel mare dei tweet giornalieri che popolano le nostre timeline.

Il Todi Appy Days anche oggi è stato ricco di chiacchiere ispiratrici, di presentazioni e dimostrazioni. Iniziative che si percepiscono essere solo l’inizio di quello che ci riserva il futuro. Un futuro connesso e tecnologico dove i protagonisti del nostro bel paese sembra che avranno tutt’altro che un ruolo marginale.

Se vuoi sapere come sono andate le giornate precedenti, puoi leggere il riassunto della prima giornata e quello della seconda. E mi raccomando non perdere il resoconto di domani, ultima giornata del Todi Appy Days 2014.

Marina Cappannini

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