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Netflix, Spotify, Gaikai, Oyster Books e altri servizi con abbonamento: una moda passeggera?

Netflix, Spotify, Gaikai, Oyster Books e altri servizi con abbonamento: una moda passeggera?
Maria Baeta

Maria Baeta

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Il sistema di pagamento con un abbonamento mensile si sta estendendo a tutti gli ambiti dell’intrattenimento digitale: cinema e serie tv, musica, giochi e perfino libri. Oggi vogliamo analizzare questo fenomeno: è solo una moda passeggera o si imporrà come modello di business standard per la fruizione della cultura in Internet?

Tutto è cominciato con le tariffe flat di Internet

Da alcuni lustri sono diventati numerosi i servizi a livello mondiale per sottoscriversi a piattaforme di canali televisivi digitali o via cavo. Insieme alle tariffe flat di internet, sono stati i primi servizi di beni digitali grazie ai quali, pagando una quota fissa mensile, avevi accesso ad una quantità quasi illimitata di informazioni.

La proliferazione dei download di contenuti culturali attraverso internet, che fino ad allora erano limitati al formato materiale, ha significato un duro colpo per tutti i distribuitori tradizionali. E quindi il nuovo slogan è diventato: rinnovarsi o morire! Alla fine si sono rinnovati, e molto, i servizi di distribuzione di contenuti audiovisivi… Andiamo a vedere come.

I successori dei videoclub

Netflix è stata una delle prime piattaforme per la distribuzione di contenuti digitali. Nata nel 1999 come videoclub virtuale, ha avuto sempre ben chiaro fin dagli inizi che il futuro stava negli abbonamenti: forse a un utente può sembrare caro pagare 2 dollari per un film, però ne pagherebbe ben volentieri 7.99 al mese per poter vedere tutto il catalogo disponibile… anche se poi in un mese vedrà solo un paio di film!

Netflix: quando diventerà un servizio globale?

Netflix ha già superato i 40 milioni di utenti negli Stati Uniti, ed è già presente in tutta l’America, Regno Unito, Irlanda e i paesi nordici. Inoltre si dice che presto arriverà in altri paesi come l’Italia, la Francia o Olanda. A quando la sua definitiva globalizzione?

Questo significa che Netflix ha il monopolio, o quasi, dei video online? Non del tutto. Hulu, per ora presente solo negli Stati Uniti, già comincia a far sentire il fiato sul collo a Netflix dato che, come Spotify, offre contenuti gratuiti intervallati dalla pubblicità. Se vuoi invece vedere i contenuti senza gli annunci, allora devi abbonarti.

Hulu, lo Spotify dei video

Oltre a Netflix e Hulu ci sono piattaforme di determinati paesi che hanno saputo guadagnarsi un proprio pubblico in patria. Un esempio è il portale spagnolo Filmin, specializzato nel cinema d’autore e che spesso trasmette in contemporanea i film che sono in uscita nelle sale.

A pagamento… se vuoi

Come dicevamo, Hulu basa il suo modello di business nell’abbonamento opzionale. Così, con 7,99 dollari al mese potrai vedere tutto gratis, oltre ad usufruire di contenuti addizionali e con la possibilità di salvarli sul tuo dispositivo mobile. Questo è, secondo noi, il motivo del successo di Spotify. Con più di 25 milioni di utenti, Spotify mette già a disposizione i cataloghi delle principali case discografiche ad utenti di quasi tutto il mondo. Di questi 25 milioni, più di 6 sono a pagamento. Evidentemente all’utente non importa pagare una quota mensile se questo significa poter ascoltare musica senza interruzioni, senza restrizioni e in mobilità.

Ma Spotify non è l’unico servizio che funziona con questo sistema misto. Ci sono infatti concorrenti giovani ma molto agguerriti come Deezer, leader in Europa con 10 milioni di utenti, o Rdio e Rara, che presentano offerte simili.

Rdio, come Spotify, vuole essere presente su tutti i tuoi dispositivi

Anche giganti come Apple o Google hanno i loro servizi di musica, anche se con delle differenze. iTunes Match per esempio ha il vantaggio di essere molto più economico dei suoi rivali, ma anche il grande inconveniente di non riprodurre in streaming: devi scaricarti la musica e sincronizzarla poi con il tuo dispositivo per poter ascoltarla; ah, e non prevede una versione gratuita.

L’evoluzione del gioco

Video e musica non sono però gli unici contenuti che trovi su queste piattaforme. Per i videogiochi, ad esempio, esistono sempre più servizi basati sul modello “gioca quanto ti pare”. Il pioniere è stato OnLive, che offre già tariffe mensili, ma quello che sembra avere maggior successo è Gaikai.

Gaikai, fondato 2008, offre per il momento solamente delle demo in modo che, una volta provate, tu possa poi decidere se comprare la versione finale del gioco su un altro canale. Però le cose cambieranno presto con l’arrivo dello store di Sony che offrirà i servizi di Gaikai su PS4. Avremo quindi servizi in abbonamento anche per il gaming su console? Fra non molto lo sapremo…

PS4 e Gaikai, la fusione finale?

Il gioco in streaming però non è l’unica relazione tra videogiochi e tariffe mensili. Recentemente Orange, operatori di servizi telefonici, ha presentado in Francia una tariffa flat mensile che ti consente di scaricare un numero illimitato di giochi per cellulari Android da scegliere tra un’ampia selezione che include giochi importanti come Asphalt 8: Airbone o Rayman Jungle Run, e tutti a 4.99 euro al mese, tranne che per alcuni.

C’è da aspettarsi da parte di Orange, o da altri operatori di telefonia, l’estensione di questo servizio ad altri paesi? Proveranno a farlo Google o Apple con i loro store? L’esperienza pilota di Orange in Francia servirà a capire se questo modello è applicabile anche a questo mercato.

I libri: gli ultimi arrivati

Con Internet, l’invenzione degli mp3 e della compressione video è cambiata la nostra maniera di consumare la musica e i film. Con il successo degli e-book e dei tablet sta succedendo lo stesso con la nostra maniera di leggere. Visto che l’abbonamento a tariffa mensile funziona, perché non applicarlo alla lettura? 

Oyster Books è stato il primo a percorrere questa strada offrendo un concetto uguale a quello di Netflix: accesso a tutto l’enorme catalogo di titoli in cambio di un piccolo abbonamento mensile.

I leader del settore come Amazon lo seguiranno? La cosa non ci sorprenderebbe dato che il binomio Kindle + abbonamento mensile potrebbe davvero fare il botto.

Oyster Books non ha al momento concorrenti diretti

Perché i servizi con abbonamento mensile hanno successo?

“Pago un po’ al mese, senza rendermi conto, e consumo tutto quello che voglio”. Potrebbe essere questo lo slogan dei servizi offerti in abbonamento mensile. L’idea che pagando una quota fissa mensile non hai limitazioni nel consumo è molto attraente, anche se può succedere che un mese spendi più di quello che avresti speso comprando gli ebook uno per uno.

L’unico limite di questo sistema è la limitazione territoriale dovuta ai diritti di distribuzione dei beni digitali che, in molti casi, dipendono dal paese in cui ci si trova. Forse sono state certe normative legate ancora al passato, e che vanno controcorrente per evitare di adattarsi ai nuovi tempi, a frenare l’espansione di giganti come Netflix o Spotify.

Solo quando arriveremo alla globalizzazione assoluta dei contenuti raggiungeremo il successo completo del modello con quota mensile: finora chi non può accedere ad un determinato contenuto solo perché vive in un paese piuttosto che in un altro, finisce per cercarlo con mezzi meno nobili. Ovviamente la cosa funzionerà solo se il modello sarà quello giusto: se l’accesso al contenuto digitale sarà facile ed economico, il pubblico potenziale non esiterà a pagar un po’ di più per averlo disponibile in solo pochi minuti.

E tu sei iscritto ad qualche servizio in abbonamento?

[Adattamento di un articolo originale di Maria Baeta per Softonic ES]

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