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Jan Koum, CEO di WhatsApp: non è provato che si possa falsificare un messaggio

Jan Koum, CEO di WhatsApp: non è provato che si possa falsificare un messaggio
Laura Ceridono

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Ieri abbiamo riportato la storia dei due ricercatori spagnoli che erano riusciti a falsificare un messaggio di WhatsApp senza lasciare traccia sul server o sul telefono. Abbiamo contattato per un commento al riguardo il CEO di WhatsApp, Jan Koum, il quale ha smentito quanto affermato dalla ricerca. I due esperti di sicurezza, Pablo San Emeterio e Jaime Sánchez, sostengono infatti che si può intercettare un messaggio di WhatsApp e cambiare le informazioni del mittente prima che arrivi sul telefono del destinatario. In questo modo il messaggio può, ad esempio, risultare inviato da un diverso mittente.

Secondo quanto sostiene Koum, la falsificazione del mittente riportata dai due ricercatori spagnoli sembra essere avvenuta sul telefono dei destinatari e non sui server di WhatsApp.

“Sembra che abbiano hackerato i propri telefoni e modificato i messaggi dopo averli ricevuti, senza piratare i server di WhatsApp. Non abbiamo alcun elemento che possa dimostrare quello che sostengono […], cioè la possibilità di inviare un messaggio sotto falsa identità a un altro utente WhatsApp”.

È molto diverso da quello che affermano i programmatori spagnoli. In ogni caso, non si tratta di un processo facile da replicare per un utente normale.

Abbiamo contattato San Emeterio e Sánchez per una risposta al commento di Jan Koum. Vi terremo aggiornati sull’evoluzione della vicenda.

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