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Gamescom 2012, terzo giorno: Assassin’s Creed 3

Daniel Barranger

Daniel Barranger

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Nel nostro ultimo giorno di Gamescom, l’obiettivo era chiaro: non potevamo andarcene senza aver provato Assassin’s Creed III. E allora, come in una gita in montagna, sveglia all’alba e in marcia ma verso lo stand Ubisoft, per mettere le mani sul primo pad disponibile.

Nella mattinata abbiamo assistito alla presentazione di uno dei developer, provato le innovative battaglie navali e una divertente modalità multiplayer. Nel pomeriggio ci è stata stata presentata una seconda demo, con Ratohnhaké:ton, il “nuovo” antenato di Desmond, ancora al timone di un veliero. Dopo le dovute cannonate, c’è stato tempo per il corpo a corpo e per delle impressioni sul nuovo sistema di combattimento.

Assassin’s Creed 3

I video degli scontri tra velieri li avevamo già visti prima dell’E3, Connor Kenway al timone di una nave solcava le onde dell’Atlantico in un disorientante su e giù da film d’azione. Pad in mano, l’esperienza è ancora più emozionante: oltre alla spettacolare scenografia, prendiamo il controllo completo dell’imbarcazione, dal timonare la nave virando tra piccole insenature di paradisiache isolette, al dispiegamento delle vele e al fuoco dei cannoni.

Dalla cura dei dettagli, è chiaro fin da subito come gli scontri in mare aperto saranno parte integrante del gioco e non delle semplici appendici. Tanta è l’importanza che lo sviluppo è stato delegato unicamente a uno studio (Singapore). Nella versione completa di Assassin’s Creed 3 ci saranno 4 o 5 battaglie navali, e molte altre nelle missioni secondarie e nei contenuti extra: non poco per un gioco quasi sempre ambientato sulla terraferma.

Nella missione in mare di Assassin’s Creed 3 che abbiamo provato, inseguiremo un veliero e dovremo affondare altre due navi che giungeranno in suo soccorso. Il nostro fuoco è composto da due tipi di cannoni: da uno poco efficace ma direzionabile e da quelli laterali, caricabili con munizioni di quattro tipi differenti (palle semplici, a grappolo, incatenate e infuocate), ognuna adatta a un tipo di imbarcazione differente. Dovremo quindi virare, controllare le vele e dare l’ordine di sparare al momento e con l’arma giusta.

Una volta affondate le due imbarcazioni sarà il momento di abbordare il primo veliero, e questo dovrà essere fatto abbattendo l’albero maestro con le palle incatenate da lanciare solo quando sarai riuscito ad affiancarti alla nave, un’impresa che richiederà tutte le tue abilità di lupo di mare.

Nel pomeriggio abbiamo avuto un secondo assaggio di battaglia navale di AC III, a bordo di un’imbarcazione francese nel tentativo di fermare l’arrivo di rinforzi inglesi a terra. (Connor non si schiererà mai con una delle due parti: la sua guerra contro i Templari lo vedrà tra le fila dell’una o dell’altra fazione a seconda della situazione).

Qui siamo arrivati in soccorso di un veliero e abbiamo affrontato cinque navi nemiche, speronandole e colpendole con i cannoni. Dopodiché ci siamo immersi nella nebbia atlantica verso un altro confitto a fuoco e abbiamo attraccato un man-of-war (imbarcazione). Finalmente, è arrivato il momento del corpo a corpo e di usare un po’ di dardo a corda e tomahawk. Lo scontro è apparso più fluido e realistico del solito ma anche molto più breve: pochi colpi sono bastati a far fuori una decina di nemici.

Il multiplayer Domination di Assassin’s Creed 3 che abbiamo provato è invece una riedizione del celeberrimo Capture the Flag. Questa modalità sfrutta il limite massimo di 8 giocatori online permesso dal titolo e li divide in due squadre impegnate ad occupare tre zone nella mappa.

Il combattimento è limitato e tutto si gioca nel confondersi tra gli NPC attraverso una maschera a tempo e, nel caso si venisse scoperti, scappare con una bomba di fumo. Quando una zona è occupata, un membro della squadra avversaria può entrare e stordire (non uccidere) il sorvegliante dell’area per appropriarsi del territorio.

Sembra facile, ma il detentore della zona ha il vantaggio di sapere quando un nemico si sta avvicinando e può mimetizzarsi sedendosi su una panchina o nascondendosi in un carro. Inoltre, giocatori meno esperti saranno presto smascherati dai loro movimenti rapidi e troppo atletici per un NPC.

La modalità multiplayer più esaltante di AC 3 sarà forse quella cooperativa (contro l’IA) Wolfpack, ma in Domination abbiamo riscoperto l’essenza dell’assassino e ci siamo divertiti. Movimenti stealth, mimetismo e colpi secchi sono fondamentali tanto per conquistare quanto per mantenere il controllo dell’area.

Dal punto di vista tecnico AC è migliorato molto, tanto nella grafica quanto nel gameplay. Nelle battaglie navali gli sviluppatori hanno reso perfettamente il dinamismo del mare usando quattro tipi diversi di altezza delle onde, a seconda dell’ambientazione.

I movimenti del protagonista e il sistema di combattimento sono stati ricostruiti da zero e la differenza si nota. E, mentre in Revelations potevamo vedere massimo 200 persone sullo schermo, in AC 3 vedremo campi di battaglia profondissimi con 2000 soldati contemporaneamente. Anche le cut scenes sono un autentico spettacolo, tanto che ti chiederai se stai vedendo un film o un’animazione.

I combattimenti appaiono più spettacolari e scorrevoli e quel che è sicuro è che le situazioni di “attesa”, e che spesso sfioravano il ridicolo, dei capitoli precedenti sono ormai roba del passato. Rimangono dubbi sulla semplicità del corpo a corpo; per quel che abbiamo visto, sembra che adesso per far fuori un avversario basti un colpo di tomahawk e via. Forse ne beneficia il realismo, ma il gameplay? Non resta che aspettare il rilascio del gioco per provare in prima persona Assassin’s Creed 3.

Daniel Barranger

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