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Le Chrome Apps potrebbero essere la fine di Windows, OS X e Linux. Ecco perché

Le Chrome Apps potrebbero essere la fine di Windows, OS X e Linux. Ecco perché
Pier Francesco Piccolomini

Pier Francesco Piccolomini

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Le Chrome Apps cambieranno la nostra vita digitale quotidiana? Probabilmente sì. Perché sono l’inizio (quieto) di una grossa rivoluzione.

E così, mentre la pluriennale guerra tra OS X, Windows e Linux impazza, arriva Google e cambia le carte in tavola. Che muove il cavallo e fa scacco ai re.

In concomitanza con il quinto compleanno di Chrome, infatti, Big G ha inaugurato un’inedita sezione del Chrome Web Store chiamata Per Desktop, che offre una nuova tipologia di prodotto: le Chrome Apps.

Overview

Si tratta di applicazioni che girano sul browser Chrome, e che lo trasformano all’istante in un vero e proprio sistema operativo. Quindi ora, accanto a Google Chrome OS, Mountain View schiera un “OS nell’OS” che si insedierà nei computer Windows, Apple, dando vita ad un ecosistema parallelo di applicazioni, e quindi di “vita digitale”. Vediamo di che si tratta più nel dettaglio.

Che differenza c’è tra un’app, una web app e una Google App?

Tecnicamente, questi nuovi prodotti non sono distinguibili da un’applicazione tradizionale. Puoi infatti usare le Chrome Apps offline e lanciarle direttamente dal desktop con il Chrome App Launcher che compare automaticamente quando installi la prima Chrome App nel tuo computer.

L’unica reale differenza che noterai è che per poter funzionare una Chrome App ha bisogno del browser Chrome installato (ma non necessariamente aperto). Non si possono usare con altri navigatori web.

Si tratta quindi di quelle che eravamo soliti chiamare web app? Nemmeno! Poiché le Chrome Apps si possono usare anche offline e si avviano dal desktop, tramite il launcher.

Tutto questo ti sembra poco chiaro? Be’… lo è! Ed è Google stesso che lo dichiara in un’intervista a The Verge, affermando che “Gli utenti potrebbero non comprendere totalmente cosa voglia dire Chrome App, e questo va bene“. E dopo una rassicurazione del genere, possiamo proseguire l’analisi più serenamente!

Le Google Apps, sempre citando Google stesso, uniscono “la velocità, la sicurezza e la flessibilità del Web moderno alle potenti funzionalità disponibili in passato solamente nel software installato sui dispositivi”.

Launcher

Un esempio concreto: Wunderlist per Chrome. Una volta installata potrai lanciarla esattamente come un’applicazione desktop normale, si aprirà in una finestra totalmente indipendente da Chrome e potrai usarla anche offline.

Le liste di cose da fare che caricherai, se sei loggato con il tuo account, saranno salvate online (quando una connessione Internet sarà disponibile) e potrai accedervi da qualunque altro dispositivo.

Anche dal punto di vista dell’integrazione con l’hardware non c’è grande differenza con le applicazioni tradizionali. Questa nuova categoria di app, infatti, ha accesso alle periferiche del tuo computer connesse via USB e Bluetooth. Supportano anche le fotocamere digitali.

Ovviamente sono strettamente connesse con il cloud di Google: tutto viene infatti rigorosamente salvato in Google Drive (ma anche in locale, se vuoi). Oltre alla comodità di avere tutti i tuoi documenti in un unico luogo virtuale, Chrome sincronizza il tuo lavoro costantemente. Questo vuol dire che, con un semplice login nel tuo account da un qualsiasi computer, puoi riprendere i tuoi lavori esattamente da dove li avevi lasciati.

In questa fase di lancio le Chrome Apps a disposizione nello store sono 50.

Ma allora a noi cosa cambia? E perché uno sviluppatore dovrebbe creare una Chrome App invece di un’app tradizionale?

Tanti dispositivi, un solo sistema operativo

In questa fase iniziale, l’impatto delle Chrome Apps sul mondo dell’informatica non sarà immediatamente percepibile. E invece, una rivoluzione è dietro l’angolo.

Google Chrome, infatti è il browser più diffuso al mondo, ed è disponibile per tutti i dispositivi fissi e mobili. Questo vuol dire che uno sviluppatore, per poter distribuire la sua applicazione su tutti i dispositivi fissi e mobili, non dovrà più riscriverla daccapo ogni volta. Gli basterà scriverla una volta sola, sotto forma di Chrome App. E tutti potranno usarla da PC, Mac, Linux, Android, iPhone (oltre che dai dispositivi che girano su Google Chrome OS, naturalmente).

Chrome

L’impatto potenziale di questo nuovo prodotto nel mercato è notevole. Le Chrome Apps, infatti, sono di fatto una sorta di cavallo di Troia (nel senso tradizionale del termine, non parliamo di malware) con cui Big G si insedia in altri sistemi operativi e ne prende (almeno in parte) il posto. Non solo: Google Chrome OS si candida ad essere, entro qualche anno, un sistema operativo di serie A, al pari di Windows  e OS X, offrendo tramite le Chrome Apps tutto quello che servirà agli utenti per lavorare, giocare, produrre, creare.

Naturalmente, perché tutto questo accada servirà tempo. Prima di poter contare, a livello qualitativo e quantitativo, su un’offerta di applicazioni di qualità sterminata come quella attualmente disponibile per Windows, OS X e Linux, passerà qualche anno. Ma se questo gigantesco progetto di Google prenderà piede tra gli sviluppatori, il successo tra gli utenti seguirà a cascata. E molte cose cambieranno. Seguiremo gli sviluppi con interesse.

Il successo di un nuovo progetto, però, non è garantito al 100%, neanche se lo firma Big G. Anche nella storia di Google, infatti, ci sono stati dei flop

Pier Francesco Piccolomini

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