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Assassin’s Creed, CoD… perché i fan continuano a giocare sempre agli stessi videogame?

Assassin’s Creed, CoD… perché i fan continuano a giocare sempre agli stessi videogame?
Maria Baeta

Maria Baeta

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L’ultima E3 ci ha confermato qualcosa che sospettavamo da molto tempo: i fan e le società preferiscono le vecchie serie a quelle nuove. Ma perché?

Quanti giochi di quest’anno ricordi che non siano sequel, prequel o remake? Ti viene in mente qualche gioco originale che non sia una nuova versione di un gioco esistente, ma con un nuovo protagonista e un’ambientazione differente? Ammettiamolo: l’industria dei videogiochi non è molto incline all’innovazione.

Da un po’ di giorni rimugino su questo tema e mi chiedo perché continuiamo a giocare con gli stessi videogame e perché l’innovazione ci fa così tanta paura. Penso che ciò sia dovuto a tre formule infallibili che le aziende ripetono con l’intento di non perdere né benefici né il favore del pubblico. Ora te le spiego.

Sequel, prequel e reboot

Perché le aziende dovrebbero rischiare con giochi originali se ne hanno di vecchi che funzionano benissimo?

Ubisoft lo sa perfettamente con il suo Assassin ‘s Creed: il pubblico continua a chiedere l’uscita di nuovi capitoli, nonostante la sensazione che poco sia cambiato da quel lontano AC con Altair come eroe principale.

Ma tutto arriva alla fine… o no. La morte di un personaggio principale o la fine di una storia non sono un problema per continuare a creare dei giochi della stessa serie. C’è sempre una buona scusa per un prequel (pensa a quanti giochi sono usciti recentemente con il sottotitolo “Origins”) – o un reboot.

Batman, una delle vittime della febbre “Origins”

Il reboot consiste nel recuperare un personaggio o una storia e raccontarla nuovamente con i mezzi e le mode del momento. L’ultima a soffrire la febbre del reboot è stata Lara Croft e si dice che Resident Evil sarà il prossimo.

Sia i prequel che i reboot funzionano bene come i sequel perché siamo già complici di questi personaggi e delle loro vicende. All’utente non importa che gli venga raccontata la stessa storia: sacrifica la sorpresa di una trama nuova per un premio maggiore, ovvero la sicurezza che la storia gli piacerà perché già la conosce.

Al giocatore piace accompagnare gli stessi personaggi una volta dopo l’altra

Lo stesso di sempre, ma con volti nuovi

Alcune volte gli sviluppatori decidono di rischiare, ma lo fanno con la cintura di sicurezza, ovvero con elementi già conosciuto. Se, ad esempio, una meccanica di gioco funziona conviene sfruttarla al massimo. Questo perché l’utente già la conosce e quindi non ci sarà il pericolo che non lo convinca. Un principio applicato da tutti, siano questi giochi per cellulari o grandi titoli.

Nella prima categoria troviamo due giganti come Rovio o King, con Angry Birds e Candy Crush Saga rispettivamente. In entrambi i casi, la meccanica di gioco viene riprodotta in ogni nuova versione. Che si tratti di maiali furiosi, di caramelle o di ortaggi, come in Farm Heroes Saga, gli sviluppatori penseranno “Se ha funzionato una volta, perché non dovrebbe continuare a funzionare?“.

Frutta o caramelle, ma lo stesso gameplay

Per le grandi imprese l’autoplagio è più sottile, ma non meno evidente. È vero che Watch Dogs è un “originale”, in termini di storia o personaggi, ma lo stile di gioco non ricorda molto Assassin’s Creed?

Come succede nei film, si può parlare di un “Assassin’s Creed contemporaneo”, di “GTA in Occidente” o di “Resident Evil nello spazio”. Per così dire, alcuni grandi giochi hanno creato un gameplay di base e tutto ciò che segue non è altro che una variazione di questa formula. Forse il paragone è ingiusto per i nuovi giochi, ma non si può negare che in molti casi, quando ne proviamo qualcuno, ce ne viene in mente un altro.

Questa seconda formula è simile alla prima: la familiarità assicura il successo del prodotto. Se prima erano i personaggi o le storie, ora sono le meccaniche di gioco, stili completamente interiorizzati e accettati dall’utente.

Che ti piaccia o no, non ci sarebbe nessun Watch Dogs senza Assassin’s Creed

Il vecchio viene semplificato

Abbiamo parlato di versioni di vecchi giochi e di videogame nuovi che non sono altro che una sottile variazione dei giochi antichi. Un’altra opzione è quella di mescolare i due concetti: prendere una serie conosciuta  e variarne il gameplay.

Questa formula funziona per diversi motivi. Primo: si mantiene un marchio conosciuto. Secondo: non si può accusare la società di fare sempre la stessa cosa, perché il gamplay è variato. Terzo: il gioco arriva ad un pubblico più ampio e, salvo poche eccezioni, la sua difficoltà è stata ridotta.

Degli esempi recenti sono Battlefield: Hardline o il prossimo gioco di Dragon Age. In entrambi i casi i principi fondamentali del gameplay si semplificheranno e potrebbero essere mischiati con altri generi.

Vista freddamente, questa terza formula è la più innovativa, ma anche quella meno apprezzata dai fan di una serie, che vogliono continuità. Quindi, se le Formule 1 e 2 sono pensate per i giocatori veterani, la 3 ha lo scopo di attirare del pubblico nuovo, che riconoscerà un marchio familiare e potrà apprezzarne il gameplay adattato al suo minor grado di esperienza.

Non è Need for Speed, bensì Battlefield

Se queste formule ti annoiano, prova con i giochi indie

Come abbiamo visto, nel mercato della tripla A, quello dei grandi sviluppatori, abbondano le tre formule e né il pubblico né le aziende vogliono rischiare troppo.

Per fortuna, non tutti i giochi appartengono a queste società e, nel campo indie e in quello casual, sembra ci sia più voglia di sperimentare. Puoi quindi provare con i giochi indie più in voga del momento o con piccole proposte come Flappy Bird o 2048. Naturalmente, se questi giochi avranno successo diventeranno inevitabilmente di ispirazione per la Formula 2.

Tuttavia, la originalità del settore mainstream non è niente di tragico: se vogliamo qualcosa di originale, dobbiamo spingerci al di là dei classici cataloghi di videogiochi. In caso contrario, che sia benvenuta la ripetizione!

[Adattamento di un articolo originale di Maria Baeta su Softonic ES]

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