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Android 4.3 e Chromecast: Google e l’ecosistema hardware “totale”

Android 4.3 e Chromecast: Google e l’ecosistema hardware “totale”
Pier Francesco Piccolomini

Pier Francesco Piccolomini

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Le novità offerte da Android Jelly Bean 4.3 sono l’ennesimo indizio della strada intrapresa da Google, che inizia con gli smartphone, passa per i Google Glass e arriverà in ogni angolo della nostra vita quotidiana.

Chi afferma che l’aggiornamento di Android presentato ieri da Sundar Pinchai offra poche novità agli utenti del robottino verde, non riesce a coglierne l’importanza a medio e lungo termine.

Negli ultimi cinque anni, Google ha aperto per sé una nuova strada. Accanto a quella del software, da cui è nato ed è prosperato quello che viene di solito definito “l’ecosistema Google”, ha iniziato a percorrere quella che punta decisa in direzione hardware.

Tutto iniziò nel 2008, quando uscì il primo smartphone con OS Android, l’HTC Dream. La notizia della discesa di Google nell’arena dei sistemi operativi per dispositivi mobili creò scalpore, ma forse non se ne colse subito appieno la portata.

Poi fu la volta dei Chromebook, i primi veri e propri computer di Mountain View, con una spiccata vocazione per il clouding, e dei tablet prodotti assieme ad Asus,  il Nexus 7 e il Nexus 10.Il gigante delle ricerche online, insomma, stava diventando qualcosa di diverso. Anzi, qualcosa di più.

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Passò il tempo, ed arrivarono anche i Google Glass. E contemporaneamente, osservando lo sviluppo di Android, notiamo che il percorso porta piano piano all’integrazione sempre più massiccia tra dispositivi.

In Jelly Bean 4.2 (come mostriamo in questo post) avevamo già intravisto dei passi verso la creazione di un ecosistema in cui hardware e software si fondevano assieme, con l’introduzione del supporto nativo di schermi esterni e dei pad e joystick Bluetooth.

android-4.3Ma i passi da gigante sono stati fatti con Jelly Bean 4.3. Con Bluetooth Smart Ready, una tecnologia a basso consumo energetico che serve a far comunicare tra loro dispositivi anche molto diversi tra loro (ad esempio smartphone e apparecchi medici, o sportivi) Big G sta unendo i puntini di un disegno preciso.

E con Chromecast il cerchio inizia a chiudersi. Grazie ad esso la televisione si trasforma in Smart TV, e lo smartphone nel centro di comando che la controlla. E il cuore di questa piccola ed economica dongle key è Chrome OS, il sistema operativo che ha il kernel Linux per cervello e Google Chrome per cuore.

Quale potrebbe essere quindi uno scenario futuro? Una vita tecnologica incentrata sui prodotti Google, con lo smartphone come fulcro da cui controllare tutto il resto e appoggiato alla robusta infrastruttura della Google Fiber.

Questo quadro, in realtà, è già in parte possibile: con un telefono Android, un paio di Google Glass e il Chromecast parli, viaggi, comunichi, ascolti musica, guardi film e giochi senza mai uscire dall’abbraccio di Mountain View. A quanto pare, quindi, il cerchio si sta chiudendo. Osserveremo gli sviluppi futuri con grande interesse.

Cosa pensi tu della strada intrapresa da Google? Se vuoi dicci la tua lasciando un commento!

Pier Francesco Piccolomini

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